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      COMPETITIVITA' - EMARGINAZIONE 
      
      Competitività 
      La Competitività è una caratteristica che può 
      apportare benefici o creare gravi disagi esistenziali. Soprattutto ai 
      Giovani che si affacciano nella società del 2010 in poi.   
      Significa affrontare gli altri con le qualità 
      migliori che abbiamo.   
      Cercare di porsi socialmente affrontando la 
      concorrenza di un eventuale soggetto nella gestione di un progetto al fine 
      di renderlo con le nostre qualità vincente, e identificarsi nella società 
      come "migliore" individuo. 
      Nasce dal bisogno di migliorarsi o di 
      affermare se stessi.   
      Nella giusta dose, rappresenta una utile 
      spinta propulsiva a raggiungere sia nuovi obiettivi che affermare i 
      vecchi, aiuta a confrontarsi e a dare di noi stessi qualcosa in più. 
      Quando diventa "rigida", si estende in tutti i 
      campi: famiglia, amore, amicizia, lavoro. Tutti gli altri, in questo caso, 
      vengono percepiti come rivali, rischiando di deteriorare i rapporti, 
      soprattutto nell'ambito sentimentale e sociale 
      Oggi i Giovani sono proiettati a dare il 
      meglio di loro stessi, se non dimostrano di essere e di saper fare sono 
      tagliati fuori da una società che spesso diviene fonte di emarginazione. 
      Può dunque la competitività essere un danno 
      sociale ed individuale?   
      In alcuni tratti può essere un danno. In altri 
      un Beneficio, in altri ancora un problema sociale. 
      I giovani di oggi, nati nel lontano 1990 che 
      si ritrovano ad essere adolescenti in una società complessivamente ricca 
      di molteplici lacune, oggi  2010,  trovano una società povera di 
      impiego ma ricca di opportunità.   
      Si può essere tutto, fare tutto, ma non si è 
      in grado di esercitare il proprio talento. Perchè? 
      Perchè si cerca il meglio, nel meglio, che è 
      già meglio. La Globalizzazione ha portato grandi benefici ma soprattutto 
      una notevole concorrenza, se un giovane non dà il meglio di se stesso, è 
      tagliato fuori sia socialmente che individualmente. Ma questo non è il 
      solo fattore che influisce nella scrematura della scelta. Subentrano altri 
      fattori socioeconomici che politicamente parlando  posso nuocere a 
      questa interminabile scelta dell'essere migliori. Per non parlare delle 
      problematiche di una gioventù allo sbando, priva di valori esistenziali e 
      sociali. 
      I grandi cambiamenti sociali, gli stili di 
      vita hanno modificato il modo di pensare della Società, della Famiglia, 
      del singolo individuo, dividendo in diverse porzioni il modo di essere 
      uomo. 
      Se un giovane non ha chiaro il concetto del 
      suo sé, troverà grandi difficoltà d'inserimento sociale per via di 
      un'innumerevole quantità di altri personaggi simili a lui che 
      dimostreranno di essere competitivi qualitativamente migliori. 
      Quindi essere competitivi può dare un valore 
      aggiunto a noi stessi solo se questo valore aggiunto è gestito in modo 
      lecito e coerente con gli standard sociali che viviamo. 
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      Emarginazione 
      L'emarginazione non ha 
      età - Emarginare significa mettere ai margini, all'angolo, ignorare, 
      estromettere dalla vita sociale un qualcuno.  
      Non importa come o in 
      quale modo o il perché, la cosa importante è come anche ora, nel 21° 
      secolo uno dei problemi veramente importanti sia l'emarginazione sociale. 
      Negli ultimi decenni se potuto notare che uno dei fattori di rischio 
      determinanti l'emarginazione tra i giovani è la mancata accettazione o 
      procedura di vita del gruppo, se sei diverso dal gruppo, se non ti 
      integri, non pensi, non vesti, non ti sballi come e con  il gruppo, 
      sei passibile di allontanamento dal coro, dal gruppo appunto, dalla 
      società.  
      Proprio per questo si può 
      considerare come molti scrittori del secolo passato o come scrittori 
      moderni… direi quasi contemporanei, spesso siano soggetti 
      all'emarginazione culturale per le proprie idee o ideologia di pensiero. 
      Chi di noi non ha mai 
      preso in giro un ragazzo o una ragazza per il colore astruso dei capelli o 
      perché portava gli occhiali (ricordate i famosi quattrocchi??!) ?? Più o 
      meno tutti almeno una volta nella vita lo avranno fatto… Vi ricordate 
      Pippi CalzeLunghe?? Era,secondo me, una trasposizione comica e non tragica 
      di Rosso Malpelo, il capolavoro letterario di Verga. Rosso “Malpelo si 
      chiamava così perché aveva i capelli rossi; ed aveva i capelli rossi 
      perché era un ragazzo malizioso e cattivo”, come se chi avessi i capelli 
      rossi fosse malizioso e cattivo, e gli altri bambini non erano forse 
      maliziosi o addirittura cattivi? Verga ha deciso di emarginare il ragazzo 
      per la propria caratterizzazione fisica, e non solo. Rosso Malpelo era 
      chiamato cosi alla cava, il posto dove lavorava dopo la morte del padre, 
      da quando lui era morto era diventato lui stesso il “bambino” di casa. Era 
      l'unico in famiglia che portava due soldi e che mandava avanti la famiglia 
      anche se una famiglia,se così si può chiamare, non l'aveva. Era 
      considerato più o meno da tutti una bestia, si emarginava proprio come un 
      animale, “egli andava a rincantucciarsi col suo corbello fra le gambe, per 
      rosicchiarsi quel suo pane di otto giorni, come fanno le bestie sue pari”. 
      Un'emarginazione non solo di tipo fisico se cosi si può chiamare ma anche 
      di tipo sociale, infatti era evitato da tutti.. “veniva accarezzato con i 
      piedi”. La sua emarginazione, la sua esclusione, la sua rabbia veniva 
      trasmessa a Ranocchio, un ragazzetto che secondo Malpelo veniva difeso da 
      lui,era sotto la sua protezione però veniva continuamente picchiato. 
      Ranocchio, soprannominato anche lui con un nome di animale per accentuare 
      ancora di più l'emarginazione. Era chiamato così perché da quando si era 
      rotto il femore in cava , “arrancava in modo che sembrava ballasse la 
      tarantella..così che gli avevano messo il nome Ranocchio”. Non è l'unico 
      esempio di come Verga tenda ad identificare i propri personaggi con un 
      animale, basti pensare alla novella “La Lupa”. “ Al villaggio la 
      chiamavano la Lupa perché non era sazia giammai- di nulla”. La ragazza era 
      completamente emarginata dalla società, ma soprattutto chi soffriva di più 
      era la povera figlia, costretta a sposare un ragazzo che non amava per far 
      piacere la mamma, per saziarla. Ma Nanni non voleva lei, voleva “io invece 
      voglio vostra figlia,che è zitella.” Esistono diverse storie di 
      emarginazione dentro la letteratura italiana e non, libri che raccontano 
      storie di emarginazione e di solitudine.  
      Tra le cause altre della emarginazione individuale: 
      
        -   Conflitto personale, conflitto 
        familiare, conflitto sociale.
 
        -   Pregiudizi personali, culturali, di 
        gruppo.
 
        -   Ignoranza delle situazioni o delle 
        conseguenze di tali situazioni.
 
       
      Esistono forme di emarginazione che sono ancora più gravi perché 
      sono prodotte dal pregiudizio, dall'ignoranza, dall'azione attiva di 
      gruppi e persone verso altri gruppi e altre persone. Esse sono: 
      
        -  Il pregiudizio sull'origine 
        delle persone (o razzismo),
 
        -  Il rifiuto verso gli aderenti a religioni o confessioni 
        diverse dalla propria,
 
        -  La discriminazione verso 
        l'appartenenza ad un sesso o verso scelte di relazione affettiva 
        (principalmente verso gli omosessuali 
        -transessuali),
 
        -  Il disconoscimento verso le 
        persone diversamente abili,
 
        -  Il timore che produce distanza 
        verso gli ammalati,
 
        -  Il disprezzo verso altri gruppi sociali, quali ad esempio:
        
        
        
 
       
      Compito della società deve essere il rimuovere tutte le 
      emarginazioni perché producono disagio, sofferenza, 
      squilibrio, tensioni, spreco di risorse (personali e 
      intellettuali). 
      Ma l'emarginazione può essere una scelta 
      di vita? Si può decidere di vivere ai margini, di propria volontà! 
      In effetti lo stile di vita dei solitari 
      è uno stile di emarginazione voluto, cercato, vissuto. 
      Dopotutto un vecchio saggio diceva :  
      Meglio 
      soli che mal accompagnati 
      Come può la poesia ridurre 
      l'emarginazione, diminuire competitività.  
      Trovare l'unico modo per 
      essere autentici e dare il meglio del proprio talento - forse potrebbe 
      essere il sistema ideale per non sentirsi mai davvero soli, ma 
      semplicemente unici. 
      Noi vorremmo 
      provarci  
      non per sentirci 
      soli  
      ma unici testimoni 
      del vostro talento  
      Elaborazione Dati 
      Interattivi  
      Staff WEB 
      Lylo Santamaria Bella
       
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